mercoledì 30 maggio 2012

Obsession-of-the-day: Cupcakes and Cashemere

Uno dei blog che adoro di più nella rete e che fa parte delle mie letture quotidiane è senz'altro Cupcakes and Cashemere.
Vi ricordate uno dei primi post che avevo scritto dopo il passaggio Splinder-Blogger, quello in cui vi chiedevo "Se foste una famosa fashion blogger chi vorreste essere?"? Ai tempi io rispondevo Mireira di My Daily Style.
Bene, più di un anno dopo ora risponderei Emily Schuman di Cupcakes and Cashemere.
Mi piace perché è varia e tendenzialmente non pubblica post uno dietro l'altro sempre dello stesso genere: ci sono quelli in cui mostra come è vestita, quelli di ricette (foto stupende), gli immancabili "Five Things", ma anche semplici DIY, idee per l'arredamento di interni and so on.
Insomma, un blog alla "come-piace-a-me".

Solo pescando fra i suoi ultimi post, eccovi alcune delle sue foto:














martedì 22 maggio 2012

Cose belle.

Ogni tanto lo ripeto: internet, la rete, il www può nascondere insidie, pericoli e cose di cui si può non andar fieri. Ma come tante cose, si può scoprire anche l'altro lato della medaglia, quello bello, fatto di cose positive, di gentilezze e cordialità.
Io penso che dietro lo schermo entrambi gli aspetti sano esasperati: l'etere può tirare fuori il peggio di noi, ma anche il buono. 
Cose che non faresti mai (in senso sia positivo che negativo) al tuo prossimo accanto a te, discorsi che non condividi, vuoi per timidezza, vuoi per altre ragioni, su internet, e soprattutto sui social network, sembrano insolitamente naturali.
Io ho sperimentato tutto questo parecchie volte, conoscendo dal vivo persone che sento quasi quotidianamente, partecipando a matrimoni, preparando pranzi campagnoli, ascoltando gruppi di semisconosciuti (a me) in concerto, meravigliandomi ogni volta per l'armonia che si prova a chiacchierare con queste persone che prima per me erano soltanto una pic.

Ed è successo di nuovo, due settimane fa.
Alla disperata ricerca della famosa collana veneta, una ragazza, approdata al mio blog per a prima volta pochi giorni prima mi dice "Provo ad andare a vedere se la trovo" e poi "Sì, l'ho trovata, te la prendo?"
Noemi avrebbe potuto leggere e passare oltre.
Avrebbe potuto fregarsene.
Avrebbe potuto cliccare la X e sfogliare un altro blog.
"Tanto è una perfetta sconosciuta, questa. Chi la conosce?"
#einvece
E invece mi ha scritto, è andata, ha cercato, mi ha ri-scritto, è ritornata, ha comprato per me e ha spedito.
Anche un discreto sbattone, eh.
Però l'ha fatto, è stata gentile.
Lo so che 'sta pacchianata di collana ha valore nullo sulla carta, ma per me c'è di più sotto sotto: c'è un gesto gentile e gratuito.

E ssscussa seè poco.


lunedì 21 maggio 2012

Dice che...

Dice che a Roma i tassisti sono quasi tutti simpatici.
Dice che a Roma il Sig. Ignoto Milite sia conosciuto anche dall'esercito.



Dice che a Roma tutto funzioni con l'accredito ("Vorrei un caffè""L'ha fatto l'accredito?").
Dice che a Roma Lady Gaga abbia una fiatella che stenderebbe anche un brontosauro.

Dice che a Roma può capitare che vai a una festa e ti ritrovi Skin come dj.


Dice che a Roma c'è una tizia che si aggira per il centro chiedendo dov'è Caligola.
Dice che a Roma le tizie ti fermano per strada e ti guardano con aria di disapprovazione misto tristezza indicandoti la gonna e dicendo "Non così corta...".
Dice che a Roma provala tu ad attraversare a piedi una strada tipo questa:



Dice che a Roma ci sono dei commessi biondi con gli occhi azzurri fighi da far paura che ti consigliano i ristoranti per la sera (Ehm... Ciao G.!).
Dice che a Roma c'è una chupiteria a Trastevere very fine ed elegante, dove i nomi dei chupiti li ha inventati Lina Sotis.
Dice che a Roma per andare in taxi devi prendere la Xamamina se no ti viene la nausea.
Dice che a Roma vai, e quando torni ti rimane il mal di gola per una settimana (ma forse questo accade solo a me).

Dice che a Roma stanno sentendo ancora oggi dopo più di una settimana la mancanza di dieci genovesi scalmanate.

venerdì 18 maggio 2012

Instagram dal computer: Instagrid

Come già sapete da molto tempo (e da questo post direi che si intuisce abbastanza), ultimamente sono abbastanza fissata con Instagram, ma come penso anche tanti di voi.
L'unica scocciatura di questa app pensata appositamente per gli smartphone, oltre a quella di non pubblicare le notifiche sull'icona nel menù come Twitter e Facebook, è quella di non riuscire ad accedervi dai computer, a meno di particolari escamotage.

Da pochissimo, però,  ho scoperto Instagrid, che permette, iscrivendosi, di realizzare in maniera velocissima una gallery con le proprie igerfoto ben visibile anche dai nostri adorati computer.
Per me è molto utile per poter copiare le mie foto e aggiungerle a fatica zero nei post di Just My Tea Cup :)

Potete accedere e vedere le mie foto cliccando sul link:
oppure cliccando sul bottone con la I (di Instagram o di iaia?) nella sezione "Follow me!" nella colonna a destra del blog!

giovedì 10 maggio 2012

That's mine! idea

Una delle poche "star" con cui sono fissata (con "star" intendo in maniera variabile attori, cantanti, personaggi famosi, chiunque appaia in foto nel web, sullo schermo o sulle riviste patinate) è Lauren Conrad e, di conseguenza, il suo blog LaurenConrad.com è una tappa fissa nei miei giri quotidiani.

Qualche giorno fa ha postato sul suo profilo instagram e poi sul blog le foto di queste meraviglie:



Con That's mine! avevo intenzione di fare dei braccialetti simili (che presto verranno pubblicati), ma anche questi mi ispirano molto!
Cosa ne pensate? :D

mercoledì 9 maggio 2012

Primo #instameeting a Genova

Portare un pezzo di focaccia.
Questa è stata l'unica l'unica regola per poter partecipare al primo "raduno" di instagramers genovesi.
L'appuntamento è stato alle 18.00 all'isola delle chiatte, ognuno con il suo smartphone in mano (ok, sì, c'era anche un possessore di iPad).


E fu così che i primi 23 impavidi utenti si sono riuniti per conoscersi, sbranare un pezzo di focaccia e bersi un bicchiere di vino bianco, gentilmente offerto dai Sig. Instagram Genova.

Tra facce e nickname noti, giovani leve, qualche lieve movimento "tellurico" (eravamo pur sempre su una chiatta) e mani unte, ci siamo presentati, conosciuti, fotografati, taggati, ci siamo scambiati nomi, hashtag e la promessa di bissare l'appuntamento, come qualcuno l'ha prontamente ribattezzato, magari ancora più numerosi di ieri!

(pic presa dal profilo di Instagramers Genova - QUI il gruppo Facebook)

martedì 8 maggio 2012

B come biscotto. B come bustine di tè.

Le temperature non sono già prettamente estive per cui si può ancora parlare di tè con i biscotti.
Forse ancora meglio sono i biscotti a forma di tè. Anzi di bustine del tè.

tea bag cookies

Quando ho visto questi biscotti non ho potuto non dedicare loro un post, visto anche il nome del mio blog, Just My Tea Cup :)

tea bag cookies 2

Il blog francese Le Pétrin ci spiega passo passo come fare, ammesso che sappiate il francese!
Con un poì di inventiva, ignoranza francese a parte, possiamo benissimo arrangiarci da sole.
Secondo me si possono, infatti, fare con la propria ricatta preferita (anche con della semplice pasta frolla, yummy!) e poi immergerli semplicemente nel cioccolato fuso :)

Nel blog viene anche spiegato come ritagliare la "forma perfetta" (basta prendere una bustina di tè -vera- ricalcarne la forma su un cartoncino da ritagliare e poi appoggiarla sull'impasto).
Ricordatevi di fare il buchino in cui far passare il filo!



Una volta cotti i biscotti secondo la vostra ricetta bisogna aggiungere le etichette (qui non siamo mica a pettinare le bambole eh!).
Cliccate QUI per scaricare il pdf delle etichette, stampatele e ritagliatele. 
Fate un buchino in mezzo e piegatele in due.
Ora ritagliate dei fili di cotone (quello da cucire va benissimo!). Ok, ma di quale lunghezza? Questi sono problemi veri!!!
Fate così, misurate quella del filo delle bustine normali: il vostro filo dovrà essere un po' più del doppio.
A questo punto piegate il filo in due, fate un nodino all'estremità (dove ci sono le due "code libere") e infilatelo nel buchino dell'etichetta. A questo punto incollate le due alette.
Con la parte rimasta libera "annodate" il filo al biscotto.
Immergete la "bustina" nel cioccolato fuso, lasciate solidificare e ta-daan!

Ecco qua un tea party versione 8 Maggio bello che pronto!
Enjoy!

tea bag cookies1

tea bag cookies3

sabato 5 maggio 2012

DIY #3: Neon rhinestone bijoux

Ultimamente tengo tanto al povero Just My Tea Cup che, se non me lo avesse ricordato Noemi di DIY - Noxcreare (andate a vedere il suo blog, ci sono tante idee interessanti!) non mi ricordavo neanche di avere una tag DIY. Così, tanto per.

Ultimamente, dopo aver visto il post di Carolina di Fashion Squad, sono entrata in fissa con questa collana di H&M. Cristallazzo bello pesante e pietre giallo evidenziatore (o neon o fluo che dir si voglia)


A rincarare la dose ha pensato bene anche Vale, con il suo post dedicato alle Statement Necklace: dopo una carrellata di collanone a cui il mio portafogli diceva "No, grazie" secondo voi cosa c'era in fondo? LEI.

Lei anche nel blog di Laura di Purses&I (QUI) e di Andy di Stylescrapbook (QUI): gli allineamenti celesti mi dicevano che doveva essere mia.
Ovviamente mi metto a studiare e altrettanto ovviamente scopro che in Italia la collana si trova solo.... a Venezia.
Comodo.
Vicino, soprattutto.
Ora sto mobilitando tutte le mie conoscenze e le mie forze (faccia di bronzo compresa) e vedremo come finirà).

Nel mentre mi consolo guardandomi intorno e cercando di realizzare un DIY casereccio che-di-più-non-si-può (tutto il web ne è pieno e io ne aggiungo uno: il mio) per produrre della bigiotteria "fine&elegante" per la primavera/estate 2012.

Quello di cui necessitiamo sono:
- bijoux tutti-tempestati-di-cristalli & affini vecchi o nuovi. Io volevo sperimentare ed ho riciclato due paia di vecchi orecchini che non usavo più
- smalti colorati. Anche qui: potete comprarli nuovi, magari da Kiko o in qualche profumeria/banchetto del mercato da poco, del colore che volete. Perché magari non tutti hanno in casa smalti gialli fosforescenti o arancioni. O forse sì. Anche in questo caso, io ho aperto la mia scatola e pescato qualche smalto colorato
- top coat trasparente.

Gli smalti che ho utilizzato nel mio caso sono:

per gli orecchini pseudo neon 
- rosa carico Kiko n.287
- verde bosco Forever XXI (?)

per gli orecchini pastello
- Nouvelle Vague Chanel n.527
- rosa e arancione Manucure Couture colour nail polish duo, edition 8

top coat:
- Seche Vite dry fast top coat



Scegliete i colori che volete e come/quali pietre dipingere, mettete un foglio di protezione sul tavolo e iniziate:





Mettete ad asciugare a lungo! Resistete alla tentazione di toccarli per vedere se sono asciutti :)
Passate una mano di top coat e aspettate ancora.



Et voilà!
Benvenute nel mondo drogato dei neon (and pastel) rhinestone bijoux!

giovedì 3 maggio 2012

Mascara wand: sì o no?

Fin da molto prima del mio disastroso incontro con il Diorshow Blackout, mi sono sempre chiesta se le varie diverse forme dei pettinini dei mascara servissero a qualche cosa.
Accendi la tv, apri una rivista e la storia è sempre la stessa: le cose cosmetiche, almeno ogni due mesi, ti propongono il nuovo mascara rivoluzionario, con pettinino rivoluzionario e rivoluzionaria nuova formula che promettono rivoluzionarie ciglia lunghe tre metri (no, non sono finte quelle della modella protagonista dello spot, no, no. E neanche un pochino photoshoppate).
E ogni volta, invece, è sempre la solita minestra: un rimmel uguale identico a quello precedente.

Apro una parentesi.
Spesso mi chiedo se i pubblicitari non si vergognano. Tutti i prodotti che sponsorizzano dovrebbero cambiarti la vita e invece... e invece no. Forse, in verità, quelli che si devono vergognare siamo noi acquirenti che, ogni volta, ci caschiamo in pieno come polli. E compriamo.
Chiusa la parentesi.

Dicevo. I pettinini, ah sì.
Dunque, c'è quello lungo, quello corto, quello con le setole, quello con la spirale. 
Quello ricurvo, quello ricurvissimo.
Quello tondo per la coda dell'occhio (??? ci ritroveremo ad avere un mascara per occhio, o addirittura uno per ciglia?).
Quello di plastica e quello in setole naturali.
Quello con le setole di lunghezza variabile, più lunghe in cima, più lunghe in fondo, più corte in mezzo.
Quello a pettine, quello mezzo setole/mezzo pettine.
Insomma, da fare concorrenza agli spazzolini da denti (a proposito, solo l'idea di uno spazzolino che pulisce la lingua mi fa venire nausea, figuriamoci nella realtà).

Arrivando al succo del discorso: tutte queste forme e materiali variabili servono a qualcosa?
The Beauty Department dice di sì e, per chi come me è pigro anche nel leggere l'inglese, spiega anche il tutto con comode immagini a prova di scemo:


Siore e siori, il mascara è sempre lo stesso, il metodo d'applicazione e le ciglia (della modella) anche, si cambia solo l'applicatore e la differenza c'è!
C'è veramente o la notiamo che c'è perché sappiamo che dobbiamo notare qualcosa?
Se poi questa dal vivo salti così all'occhio questo -per adesso- non ci è dato sapere.

Voi fanciulle avete mai dato peso a cotanto argomento?
Se volete, sul sito di The Beauty Department c'è anche il sondaggio "Which mascara wand is your favourite'" a cui rispondere!