venerdì 12 marzo 2010

A Lanterna

A Roma c'è il Colosseo. A Milano, il Duomo. A Napoli, il Maschio Angioino. E più della metà dei cittadini locali sono sicura non ci abbiano mai messo piede.




A Genova c'è la Lanterna e io, in 26 anni (dai mi aggiungo la settimana esatta che manca al mio compleanno) d'età io non c'ero mai salita. Ero stata a delle specie di feste d'estate, ma erano sul basamento e non vale, scusate.

Domenica scorsa era una giornata nuvolosa, di quelle che ti deprimono dentro e ti mettono pigrizia addosso. Le due e mezza dopo pranzo dico a Gabri: " Che facciamo?". Entrambi eravamo l'essenza dell'indolenza, pura.
Questo posto è pieno di gente, questo è da vecchi. Quest'altro? E se poi piove?
Come un lampo mi viene l'idea che mi balenava spesso in testa, ma, che al momento opportuno, sparisce e si fa dimenticare. "Perchè non andiamo sulla Lanterna?"
Inforchiamo la Vespa e prendiamo la Sopraelevata. Ottima l'idea di insossare le ballerine con -tra un po'- meno dieci gradi.





Io credo di essere follemente innamorata della mia città, e questo ve l'ho già detto tante volte. A voi succede? E vederla dall'alto (semi-alto, si arriva solo al piano intermedio per ragioni di sicurezza) mi fa sorridere ancora di più.






Mi fa sorridere un po' meno, invece, vedere le immagini di com'era cent'anni fa e di com'è ora: mare riempito con una distesa di cemento, container arrugginiti e distese di carbone (per la centrale elettrica) che occupano spazi dove prima c'erano le spiagge di splendide ville, promontori di roccia azzannati e distrutti. Opere utili, lo so, ma vedere davanti agli occhi il prima e il dopo lascia un po' di maliconia.




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