domenica 14 febbraio 2010

Problematiche tremendamente profonde

Se a Genova c'è una mostra che mi interessa, potete stare tranquille che io andrò a vederla l'ultimo giorno. E, data la ressa che c'era oggi a quella di Otto Hofmann, pare che ci sia tanta gente che la pensa come me.
Alle mostre il mio ideale, come anche al musei, è andare da sola: ho i miei tempi e i miei ritmi che non coincidono mai con quelli delle altre persone. O vado a razzo e mi tocca aspettare, o vado modello lumaca ma sono ansiata da quelli che sono già avanti e che ho paura di far attendere.
Se sono da sola, poi, posso fare anche la gnorri e appiccicarmi alle guide o, meglio ancora, sghignazzando dentro di me, a quei gruppetti di sciure impellicciate fanno commenti imbarazzanti su quanto sia "delizioso questo quadro" e quanto siano "incredibili le fortissime sensazioni" che quello a fianco trasmette, pur essendo una manciata di righe messe insieme. "Oh! Io ci vedo un grazioso ombrellino!" ha detto una di loro prima di venire quasi alle mani con un altro visitatore che la cazziava per essersi avvicinata troppo ad un quadro.
Chicche queste, che non puoi assaporare se sei in compagnia. Che figura ci fai, scusa.


Cambiamo argomento.
Ho deciso che non voglio ridurmi a scrivere un post prima/dopo/durante l'estate in cui dico che finalmente trovo un po' di tempo libero per leggere la pila di libri accumulata durante l'inverno.
DEVO arrivare a Giugno con zero libri sul comodino, oh.
Anobii, poverino, non vede più la mia presenza da un qualche tempo, mentre il mio comodino sta crescendo vertiginosamente in altezza: prima o poi lo urterò, la pila cadrà e verrò sommersa dal peso della cultura, ehm, facciamo della carta, è meglio.



Partendo dal basso troviamo:
_Alice nel paese dei quanti: regalo di mia mamma che ha mischiato la mia passione per Alice e la mia nerdaggine ingegneresca.
_One fifth avenue: regalo di Natale (oddio! ancora!) di cui ho letto le prime tre pagine e -per ora- abbandonato.
_Careghè: storia strappalacrime di un bimbo di inizio novecento che abitava nelle zone della mia campagna e di inverno aiutava il padre a riparare sedie peregrinando da una cascina all'altra. Tutta la mia famiglia l'ha letto e mi sento una pecora nera a farlo impolverare lì da solo, poverino.
_L'amore hai tempi del colera: altro tentativo di mia mamma a farmi staccare dal computer a vantaggio della cara e vecchia carta stampata. Tentativo fallito, per ora.
_Shopaholic abroad: questo è uno dei miei, di tentativi, di imparare l'inglese. Accantonato anche lui, come del resto anche le mie lezioni di conversazione: uscire tutti i giorni alle otto di sera non ti lascia molto spazio per vivere.
Last but not least:
_Aspirapolvere di stelle: splendido regalo da parte di una splendida persona, è in cima alla pila perchè sarà il primo che leggerò! Non vedo l'ora!
Quindi, se dovessi sparire dalla rete, non preoccupatevi: ho il naso infilato in mezzo ad un libro!



Cambiamo argomento di nuovo.
Da qualche settimana a questa parte il web sembra essere sommerso dai giveaway.
Eh? Un giveaway è una sorta di miniconcorso: generalmente un sito ospitante -ma anche quello della "marca" stessa- mette in palio un premio offerto da qualcuno che produce o vende qualcosa. Per partecipare basta lasciare un commento al post oppure scrivere qualcosa di richiesto; poi l'hostblogger estrae a sorte il vincitore e il premio viene spedito.
E' un metodo per farsi pubblicità, ci avevo pensato anche io con That's Mine!: aspettavo il momento propizio, poi ne sono venuti fuori una valanga e così ho pensato di posticiparlo per evitare che si confondesse con tutti gli altri.
Nel frattempo partecipo a quelli degli altri, come quello sul blog di Federica (a cui tra l'altro faccio i complimenti, ogni giorno mi incanto a guardare le sue foto e a leggere i suoi incantevoli post!) che trovate QUI e per il quale avete tempo di partecipare fino al 18 Febbraio!

0 commenti:

Posta un commento