martedì 13 gennaio 2009

Bha.



Avrete letto sui giornali o sentito alla Tv della notizia dei due autobus che dal due Febbraio circoleranno per Genova sponsorizzando uno slogan ateo (qui la notizia).
Capisco che l'Italia sia un paese libero in cui esiste la libertà di parola, ma forse qua ci sembra di dimenticare una cosa ben più importante, che religione o no, dovrebbe essere insita in ogni essere umano: il rispetto per gli altri.Sarà moralismo facile il mio, lo ammetto, ma mi chedo se quegli atei che hanno partorito questa geniale frase il Natale lo festeggino. Mi risulta che le vacanze Natalizie le accolgano ben volentieri. E anche quelle Pasquali. E anche l'Immacolata e Ferragosto. E magari s'incazzano anche se una di queste festività cade di Sabato e non possono fare ponte.
Magari tu di un Dio non ne hai bisogno, ma, per favore, non generalizzare scrivendo la tua frase al plurale: c'è chi è diverso da te, e di un Dio ha bisogno e anche tanto.Io sono una di quelli, e francamente preferirei non essere considerata in quel "plurale" che tu fai appiccicare e mostri ad una città. Una città in cui, sono pronta a scommettere, la maggioranza delle persone su questo fatto la pensa come me.

La nostra sempre brillante "sindaca" -per carità, eletta democraticamente- non si smentisce e se ne esce fuori con queste argute frasi:
«Questa è una città che sta facendo parlare l´Italia interna per le posizioni di libertà assunte da Fabrizio De Andrè - avverte - la campagna, secondo me, è un invito a riflettere e naturalmente esprime un punto di vista, non mi pare faccia proselitismo perché tutti diventino atei». Tursi potrebbe bloccare l´iniziativa? La Vincenzi smentisce: «sarebbe inopportuno che il Comune chieda ad Amt di rivedere il regolamento, in questo caso. Vorrà dire che chi non vorrà prendere il bus "ateo", aspetterà quello dopo...».
Prima di tutto, fatemi la cortesia di smettere di nominare il povero Fabrizio de Andrè: fino a poco tempo era quasi dimenticato. Ora, a dieci anni dalla sua morte, puf! salta fuori, e vai di mostre, trasmissioni e collegamenti radiofonici. Tra poche settimane verrà di nuovo dimenticato, bella ipocrisia.
E per favore, se un genovese è stato famoso e, per alcuni, è un esempio da seguire, cara Marta, purtroppo non è possibile identificare lui alla nostra città (e tu ne sei un esempio lampante).
Secondo, grazie, non mi serve un cartellone pubblicitario per riflettere altrimenti dovrei riflettere anche sul detervivo per la lavatrice, sulla liquidazione del negozio sotto casa, ecc. Guarda, posso benissimo riflettere da sola, tu non ti preoccupare. Rifletti piuttosto tu, sull'idea di andare dal parrucchiere, magari.
E la storia sull'aspettare il bus dopo... ma per favore, ti consideri anche un politico? E la dialettica e la diplomazia dove sono andati a finire? Immagina una povera vecchietta (probabilmente ti ha anche votato) proveniente dal mercato carica di sacchetti, che magari aspetta già per mezz'ora uno dei tuoi cari autobus, sempre in ritardo e pieni come scatole di sardine, cosa fa? ne deve aspettare un'altro per un'altra mezz'ora?

Rifletti, Marta, rifletti..... O hai mica bisogno di un cartellone pubblicitario?

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